il Tacco di Bacco

Fiori innocenti: opera prima di U’Papun

Fiori innocenti: opera prima di U’Papun
“Fiori innocenti”: opera prima di U’Papun Anticipato in radio da L’Appapparenza, primo singolo che si pregia della partecipazione di Caparezza, arriva finalmente “Fiori Innocenti”, l’attesissimo disco d’esordio di U’Papun, prodotto in collaborazione con JustPlayMusic per la Volume! Records. U’Papun, “il lato deviato della Puglia” (così li ha soprannominati Red Ronnie), è un progetto nato dal lavoro di un cantautore, cinque musicisti e un teatrante. Nelle loro performance propongono uno spettacolo di musica e teatro che spazia dal cantautorato alla musica etnica, rockeggiando pesantemente tra folk, funk e tradizione popolare. Capeggiati dalla voce e dalla teatralità di Alfredo Colella, frontman carismatico dalle mille risorse, la band vanta la presenza di validi musicisti che danno vita ad un sound molto moderno e potente. Maschere e fantocci, brutalità e dolcezza, dramma e ironia, provocazione e oscurità, sono gli ingredienti che troviamo negli spettacoli e nella musica di U’Papun, ovvero “l’uomo nero” nel vernacolo barese. Un gruppo pittoresco e alternativo che reinterpreta in chiave moderna e personale, gli antichi splendori di quella scuola tutta italiana appartenuta a maestri come Gaber e De Andrè, in cui riecheggiano le sonorità progressive degli Area o della PFM. Album prolifico e senza esitazioni, i sedici “fiori” che danno vita a questo progetto impongono da subito una certa attenzione, come a voler sottolineare le chiare intenzioni di questa band emergente (ma ancora per poco), che mira sicuramente a ritagliarsi un posto nelle alte sfere della realtà musicale italiana. Così pare, ascoltando un disco che in verità stupisce per la sua concretezza e piena maturità. Niente, in effetti, fa pensare ad un album d’esordio o ad alcune di quelle timide e insignificanti “novità” ben confezionate e impacchettate dall’industria discografica, quella con la I maiuscola! Francamente sarebbe un grosso errore approcciare all’ascolto di Fiori Innocenti con la superficialità che erroneamente si riserva a chi si affaccia per la prima volta nel mercato. Sedici tracce dove poesia, musica e teatro, formano un’opera intelligente e mai banale; un lavoro di ricerca in cui si sperimenta efficacemente un nuovo modo di intendere la forma canzone, attingendo da quel variegato panorama musicale tutto nostro che ci rende unici e riconoscibili. Musiche e liriche mai scontate o buttate al caso, si denota una certa padronanza nel maneggiare il materiale necessario alla costruzione di un identità ben precisa e organizzata. Nell’appapparente disordine, ma solo per chi cerca qualcosa di pre-costituito, in realtà non c’è mai qualcosa fuori posto, ogni oggetto è il frutto di un ragionamento, di un’architettura, una linea chiara e precisa unisce la prima all’ultima traccia. A dire la verità, tanto innocenti questi fiori proprio non sono, ascoltando bene tra le righe di queste sedici tracce. Dietro il sarcasmo narrativo di Collella, si nascondono temi di grande attualità che lasciano non pochi spunti di riflessione; un gioco di parole serie e semi-serie che non hanno paura di raccontare “verità nascoste”. E’ quanto avviene ad esempio ne L’Appapparenza, un manifesto ideologico contro le leggi malate dello showbiz, interpretando l’appiattimento culturale, e il culto dell’apparire, tipici nel mondo dello spettacolo ma che finiscono per contaminare ogni aspetto della cultura di massa. Un teatrino inquietante che ritroviamo, mai come in questi tempi, in ambienti ancora più alto-locati… senza scendere nei particolari….ci siamo capiti! Oltre le parole, c’è un disco di musica ben suonata, gradevole, e che non si limita ad un semplice accompagnamento; le strutture di U’Papun non temono limitazioni radiofoniche o restrizioni di qualsiasi tipo. Lunghe divagazioni strumentali mettono in luce le capacità di un ensemble solido ed efficace, con idee interessanti ed un buon lavoro di arrangiamento, in poche parole: niente plastica qui dentro! Si percepisce il background di una band che ha lavorato molto sul “campo di battaglia”, il palcoscenico, lo spazio naturale dove tutto ha preso forma prima di arrivare a mostrarsi ufficialmente in questa opera prima. U’Papun è un collettivo da vedere, ascoltare, ballare… e capire; il live rimane comunque la destinazione più spontanea in cui la band pugliese esprime tutta la sua forza e particolarità. “Fiori innocenti” è un disco coerente che li rappresenta bene, ne diamo atto e non ci sono dubbi: i tempi sono ormai maturi per uscire allo scoperto e meritare un nuovo grande pubblico. Mr. Gradus

02/04/2011 00:00

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